Olga Tokarczuk

Fabrizio Franceschini, Direttore del Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici “Michele Luzzati” dell’Università di Pisa e Coordinatore del progetto di Ricerca L’ebreo errante: temi, idee e persone in movimento nello spazio e nel tempo, e Giovanna Tomassucci, membro del CISE e docente di Letteratura polacca, il 19 e 20 settembre 2020, nella cornice del festival Pordenonelegge, hanno incontrato Olga Tokarczuk, che ha ricevuto nel 2019.il Premio Nobel per la letteratura (2018).

Come sottolinea Tomassucci, la Tokarczuk ha conquistato schiere di lettori di molti paesi con i suoi racconti e romanzi che riflettono sul rapporto con il tempo e la morte, con il mito, la storia e il mondo delle creature viventi, da noi sottomesso e ignorato. Pur esprimendo dissenso e indignazione, essi ci narrano quel “potenziale degli sconfitti” cui la scrittrice è estremamente sensibile, anche grazie alla sua formazione di psicologa: figure costrette ai margini, spesso donne, capaci di fermarsi a osservare il mondo da una prospettiva rovesciata ed empatica e di salvarlo dall’alienazione.

“Nel lungo e caloroso incontro di domenica 20 mattina abbiamo parlato- aggiunge Franceschini – dei temi cari alla narratrice, legati a un nuovo paradigma che non vede più l’uomo maschio, forte dei suoi dogmatici credi, al centro dell’Universo e in una posizione di dominio sulle donne, sugli animali e sulle cose, ma configura un’umanità di donne e di uomini ricca di diverse lingue, religioni e culture e intenta a costruire un nuovo rapporto con gli animali e col pianeta. Questa non è una prospettiva “buonista” o falsamente irenistica, ma un programma di iniziativa e di lotta che anche con la sua opera Tokarczuk vuole creativamente alimentare”.

L’ultimo, originalissimo e fortunato romanzo di Tokarczuk, Ksiegi Jakubowe (2014), è frutto di un appassionato lavoro di dieci anni e presenta un complesso affresco sul mondo che ruota intorno alla controversa figura del “Messia” sabbatista Jakob Frank. Il testo, già tradotto in inglese e francese (The books of Jakob, Les livres de Jakób), apparirà in italiano nella prima metà del 2021.

“Dio si deve esser detto – dice una frase del libro – Non posso avere un uomo a un tempo libero e totalmente sottomesso. Non posso avere un uomo totalmente libero da ogni peccato che possa essere un uomo. Preferisco quindi un’umanità peccatrice a un mondo senza uomini.”

Nel corso dell’incontro si è discusso della possibilità di costruire a Pisa, nel 2021, un importante momento di riflessione letteraria, linguistica e ideale attorno a questo grande libro. Olga ha accolto con grande slancio e convinzione l’idea, dando a Tomassucci e Franceschini un cordiale arrivederci a Pisa.

 

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